Primo piano – Centro SUS https://www.centrosus.it Thu, 30 Mar 2023 10:32:56 +0000 it-IT hourly 1 Un progetto museale per Punta della Mola https://www.centrosus.it/?p=183&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=un-progetto-museale-per-punta-della-mola https://www.centrosus.it/?p=183#respond Mon, 27 Mar 2023 16:41:39 +0000 https://www.centrosus.it/?p=183 Punta della Mola è una propaggine rocciosa della penisola della Maddalena circondata dall’area marina protetta del Plemmirio, in uno scorcio di paesaggio naturale dalla bellezza ancora incontaminata, tra spiagge bagnate da un mare cristallino, in cui trovano evidenza ruderi di edifici bellici della seconda guerra mondiale, nonché tracce di latomie e necropoli antiche, ed una concentrazione di specie vegetali che costituisce un unicum dal punto di vista botanico.

L’area presenta dunque nel complesso un’eccezionale rilevanza sul piano culturale, storico, archeologico, naturalistico e paesaggistico.

Al fine di tutelare l’area, già segnalata da ampia letteratura come di notevole interesse pubblico, si avanza pertanto l’ipotesi di un progetto di tutela e valorizzazione museale, che dovrebbe articolarsi in 4 sezioni distinte ed interagenti:

1. archeologica;

2. storica;

3. marittima;

4. botanica.

Per quanto riguarda gli edifici preesistenti, questi dovrebbero essere sottoposti a restauro esclusivamente conservativo nei casi di particolare valenza estetica e paesaggistica, in particolare i più prossimi al mare, ormai storicizzati come ruderi, mentre quelli più interni, che presentano murature integre ed ancora resti di coperture originali, potranno essere parzialmente riattati, con impatto paesaggistico minimo o nullo, in modo da svolgere le funzioni di servizio museale, per allestimenti espositivi e percorsi didattici.

Per quanto riguarda le aree balneabili limitrofe, di particolare bellezza e rinomanza, l’accesso pubblico dovrebbe essere garantito in sicurezza e gli spazi dotati di attrezzature funzionali alla balneazione.

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Una moratoria sugli spettacoli al Teatro Greco https://www.centrosus.it/?p=61&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=una-moratoria-sugli-spettacoli-al-teatro-greco https://www.centrosus.it/?p=61#respond Sun, 26 Mar 2023 15:09:14 +0000 https://www.centrosus.it/?p=61 Nell’acceso dibattito sull’opportunità di sovraccaricare il Teatro Greco di Siracusa con una quantità di spettacoli che esula totalmente dalla sua funzione di bene archeologico (solo perché considerato una “location” di fama internazionale), non sembra volersi sottolineare abbastanza il fatto che per un evento pop, teoricamente in grado di coinvolgere anche decine di migliaia di persone, la scelta del Teatro Greco risulterebbe persino riduttiva ed antieconomica.

Al riguardo, di spazi aperti ben più adatti a raduni musicali di vario genere a Siracusa non ne mancherebbero, quindi la pretesa di ridurre un luogo aulico di memoria, prima che di rappresentazione, tramandato dall’antichità, sminuisce profondamente l’essenza culturale stessa della città tutelata dall’Unesco.

Che sia la pressione antropica o no a creare i maggiori danni al Teatro, rimane il problema che dei danni sono stati comunque riscontrati e che non ci sia solo la necessità di effettuare un importante intervento di restauro, ma anche di adottare adeguate misure per proteggere il monumento nel tempo.

D’altra parte va considerato che quello che vediamo del Teatro non è ciò che appariva nell’antichità, ma i resti strutturali dopo l’opera di spoliazione progressiva, cosa che riguarda tutte le rovine della città.

La pietra degli edifici monumentali, nell’antichità, in genere non veniva lasciata a vista, ma rivestita, anche con intonaco vivacemente colorato, permettendo alla struttura di conservarsi inalterata nel tempo.

L’esigenza primaria è in ogni caso quella di imporre una moratoria generale sull’utilizzo del Teatro, in modo da effettuare uno studio approfondito delle modalità con cui si possa applicare uno strato protettivo rimovibile che, senza alterare sostanzialmente anche la vista del monumento classico, permetta la conservazione di ciò che ne rimane, perché lasciato all’azione erosiva dello stesso ambiente, oltre che di un uso indiscriminato, dell’antico “koilon” non resterà più traccia.

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Accertamenti TARI illegittimi https://www.centrosus.it/?p=1&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=accertamenti-tari-illegittimi https://www.centrosus.it/?p=1#comments Sat, 25 Mar 2023 14:06:56 +0000 https://www.centrosus.it/?p=1 Gli avvisi di accertamento della TARI in cui si equipara la superficie calpestabile (cioè muri esclusi) di un immobile all’80% della sua superficie catastale (comprendente anche i muri divisori e perimetrali) sarebbero da ritenersi illegittimi secondo quanto statuito dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza 24866/2021.

In tale sentenza, si afferma che alle amministrazioni comunali è impedito di fare ricorso alla superficie catastale, anziché alla superficie calpestabile, fino a quando, per ogni singolo ente, non venga emanato un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate, che attesti la completa attuazione delle procedure di allineamento tra i dati catastali e quelli riguardanti la toponomastica e la numerazione civica interna ed esterna degli immobili soggetti al prelievo.

La sentenza è da mettere in relazione con la risposta all’interpello n. 306/2019, in cui l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che, in tema di revisione del catasto, non è stata emanata la relativa norma di attuazione della legge 11 marzo 2014, n. 23 e, quindi, non è stato possibile emanare il provvedimento del direttore previsto.

Ne consegue che il Comune, non potendo utilizzare la superficie catastale per il calcolo della TARI, non può neppure utilizzarla per accertare l’eventuale imprecisione della dichiarazione del contribuente sulla superficie assoggettabile al tributo che, essendo quella calpestabile, non è deducibile con certezza da una percentuale prestabilita di quella catastale.

Si pensi ad esempio agli immobili storici, in cui i muri portanti e divisori occupano anche oltre il 30% della superficie catastale delle abitazioni, riducendo drasticamente la loro superficie calpestabile.

In conclusione, attualmente l’80% della superficie catastale può essere usato indicativamente ai fini dell’accertamento, ma non può essere equiparato esattamente alla superficie calpestabile, né tantomeno utilizzato a priori per sanzionare i cittadini per dichiarazione infedele sulla superficie calpestabile.

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