La pietra bianca è un elemento peculiare di Siracusa, non solo in quanto materia prima nell’evoluzione urbana ed artistica dell’abitato storico, ma anche per la sua presenza costante nel paesaggio, rendendo particolarmente affascinante la compenetrazione tra la natura, le rovine e le costruzioni antiche della città, costellandone il territorio di scenografie spontanee ed abbaglianti, quindi conferendole una luce talmente particolare e suggestiva da costituire una sorta di emblematica entità spirituale, rappresentata dal culto stesso della sua Patrona.

Quella pietra calcarea in cui è scolpito il Teatro Greco e che affiora ovunque, ora modellata dall’uomo, a partire dalle monumentali latomie, ora dalla natura in modo talvolta indistinguibile, espandendosi all’intera Siracusa e rendendola contemporaneamente platea, scena e palcoscenico di una vera e propria città teatro.

Tutto ciò che manifesta quella pietra, come le mura, le cornici e le mensole (cagnoli) dei palazzi antichi, si tende a riconoscerlo come elemento integrante della città, mentre si avverte come estraneo e deturpante ciò che non ne reca traccia, come le colate cementizie che ne costituiscono la parte più recente.

La pietra siracusana è quindi un patrimonio prezioso ed insostituibile, ma drammaticamente fragile, in quanto costituita da calcare tenero, soggetto a rapida erosione da parte degli agenti atmosferici e dell’ambiente marino.

In particolare le decorazioni scultoree degli edifici fino al primo Novecento si sono spesso ridotte in condizioni di tale degrado da costituire perfino un elemento di pericolo per i passanti e quindi ovunque ricoperte di antiestetiche reticelle di protezione.

Inoltre, non essendosi mai sviluppate in città delle tecniche di restauro adeguate, la tendenza è quella di sostituire le parti ammalorate con pietra di nuova estrazione, con lievitazione spesso insostenibile dei costi, ma soprattutto con la distruzione di un patrimonio lapideo inestimabile, sedimentato e storicizzato nel corso dei secoli.

Il progetto è quindi di fondare a Siracusa un Istituto Superiore del Restauro Lapideo, in grado di sviluppare specifiche tecniche di ricostruzione conservativa della pietra locale e di formare competenze professionali specializzate per il ripristino ed il mantenimento del patrimonio scultoreo, decorativo ed archeologico della città, nonché più in generale dei centri storici della Sicilia e del Mediterraneo.